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L´abitato di S. Mango Cilento sorge alle falde del Monte Stelle, nel cuore del Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano, ad un´altitudine di 560 metri sul livello del mare. La sua esposizione verso settentrione, la freschezza delle acque di torrenti e fontane, la folta vegetazione circostante, rendono il paese un´ottima residenza nel periodo estivo. Ha una popolazione di circa 600 anime, costituita per lo piú da anziani. Tra le attivitá artigianali-industriali si segnala quella boschiva, favorita dalla ricchezza di boschi cedui della zona. Le origini dell´abitato risalgono al secolo X, come dimostra un antico diploma del 994, che testimonia la presenza di un monastero intitolato a S. Magno, fondato da monaci orientali e poi passato ai benedettini, i quali ebbero il merito di colonizzare la zona diffondendovi un contratto agrario molto vantaggioso per i contadini. Per vari secoli l´attivitá di questo monastero fu fiorente e si estese in larga parte del Cilento storico. Poi nel secolo XIV, per motivi che non conosciamo, il monastero scomparve e il villaggio assunse la definitiva denominazione di S. Mango, La vita religiosa si svolse intorno alla chiesa parrocchiale di S. Maria degli Eremiti, sorta nel secolo XV a poca distanza dai ruderi dell´antico monastero. Ancora oggi si puó ammirare il possente campanile di tale chiesa, che ai principi del Novecento fu abbandonata per l´attuale che si trova al centro del paese.  A reggere il feudo si alternarono varia casate, fra le quali anche quelle, di gran prestigio, dei Mendoza e dei D´Aquino,
dei Del Pezzo e dei Sanfelice. Subentrarono infine, verso metá Settecento, i Del Giudice, i cui discententi vivono ancora nel magnifico palazzo settecentesco (oggi molto precario addirittura pericoloso per la stabilitá di una buona parte dell´edificio) ubicato lungo il corso principale del paese. Ai principi dell´ottocento S. Mango visse un´altro periodo di rilievo, questa volta nella storia politico-amministrativa, perché con l´attuazione della riforma voluta dai napoleonici, fu designato come capoluogo di un ampio Comune che abbracciava ben sette villaggi. La fase del Comune autonomo fu peró breve, perché col I gennaio 1834 il capoluogo fu trasferito nella vicina Sessa, di cui S. Mango divenne frazione. Dopo l´Unitá nazionale divenne protagonista della storia di S. Mango il fenomeno dell´emigrazione, che si indizizzó dapprincipio verso gli Stati Uniti d´America, dove tuttora é fiorente la rappresentanza dei sammanghesi. Nel dopoguerra invece l´emigrazione si diresse prima verso il Venezuela, poi verso i Paesi dell´Europa centrale. In ogni caso questi emigrati hanno conservato costumi e tradizioni del paese di origine e soprattutto il culto della patrona S. Rosalia, che é vivo fin dalla metá del Seicento. L´ospite che oggi visita S. Mango puó ammirare varie testimonianze del passato, come i citati campanile della chiesa vecchia palazzo Del Giudice, nonché la cappelle di S. Donato e della Trinità la nuova chiesa parrocchiale, il palazzo Feola e quello Verta nel rione Castagneta, ma puó godere soprattutto del tradizionale senso di ospitalità degli abitanti, e la genuinità die prodotti alimentari.